Gli ascolti di…maggio 2024

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Amici de La Voce del Caprone, questa è una prova per vedere se mi trovo meglio con Telegraph rispetto a Medium…che se tutto va come credo, non chiuderò Medium, ma lo terrò come archivio. In ogni caso, mi scoccia parlare delle solite cose e fare il solito preambolo, quindi lascio spazio alla musica, che è quello che conta di più.

Adversarial — Solitude with the Eternal… (🐐)

Genere: Black/Death Metal

Copertina a cura di Nekronikon

Quando si parla di Black e Canada drizzo sempre le orecchie, visto che di solito nella terra della foglia d’acero non si sbaglia mai. In questo caso non si parla della scena quebecois, ma di robe nerissime e contortissime. E di abisso nero e riff sbilenchi ne sanno a pacchi gli Adversarial, che subito al pronti via ti danno un pugno in faccia con l’iniziale Beware the Howling Darkness on Thine Left Shoulder che richiama i connazionali Mitochondrion, soprattutto quel discone che è Parasignosis. 31 minuti di assalto sonoro e vertigini fortissime, che nemmeno quando mi alzo improvvisamente dal letto e mi gira la testa per via della cervicale (c’ho n’età ormai…). Ennesima bomba della Dark Descent Records.
Potete acquistarlo sul Bandcamp della Dark Descent

Akvan — سووشون (Savushun)

Genere: Folk/Black Metal

Non si sa chi ha fatto la copertina

Settimo ep per il progetto Akvan di Dominus Vizaresa, tutto incentrato sulla storia del suo paese d’origine, l’Iran, la mitologia persa e il zoroastrismo. Preciso, come ha detto lui su Bandcamp, che “ariano” si riferisce al popolo ariano in quanto proveniente dai territori dell’attuale Iran, non sicuramente alla buffonata hitleriana: Vizaresa ci tiene fortemente a specificare che il progetto Akvan è contrario a nazifasci, razzisti e trumpiani, opposizione che approvo al 100%. Detto questo, parliamo di questo EP Savushun, che a livello di sonorità mi ricorda un po’ i vicini Al-Namrood solo un po’ più folk, che è sempre un bene. È anche un bel lavoro a livello lirico, visto che Savushun è tratto dal primo romanzo di una scrittrice iraniana, tale Simin Daneshvar, che narra delle peripezie di una famiglia situata nella regione dello Shiraz, durante l’occupazione dell’Iran nella seconda guerra mondiale, ai danni degli anglo-sovietici. Tema che si sposa perfettamente con la drammaticità della musica di Akvan, in questo EP assolutamente da non sottovalutare.
Potete acquistarlo dal suo Bandcamp

Botanist — Paleobotany

Genere: Experimental Post-Black Metal

Non si sa chi ha fatto la copertina

Black Metal sperimentale con tematiche sulla natura e l’ecologia ai tempi dei dinosauri? E per di più suonato con un dulcimer al posto delle chitarre? sembra una cosa talmente pazza che potrei adorare…e quindi mi butto sul dodicesimo disco degli americani Botanist con estrema curiosità. E devo dire che la soffiata letta su Extrema Ratio ci ha preso con i miei gusti: Paleobotany è davvero un disco interessante a livello musicale, sarà per la scelta di usare il dulcimer al posto della chitarra, che crea melodie eteree vicine a certo Blackgaze, tipo nel caso di Magnolia o Archaeamphora. Un disco che può risultare ostico per molti, ma è sicuramente interessante per chi è stuzzicato da quel Black Metal completamente ortodosso e fuori dagli schemi.
Potete comprarlo dal loro Bandcamp

Hemotoxin — When Time Becomes Loss (🐐)

Genere: Progressive Death/Thrash Metal

Copertina a cura di Mark Cooper

Ho beccato questi Hemotoxin, americani di Pittsburg, sulla sempre ottima newsletter To The Teeth, e mi avevano subito incuriosito per la descrizione dove venivano citati i Death (e mecojoni mi viene da dire) e i Vektor. Da appassionato di certo tipo di Death cervellotico mi sono buttato a capofitto su When Time Becomes Loss e subito le prime note di Morbid Reflections mi fanno dire “MINCHIA, MA CHE È STA TRUMMA?”. È tutto giusto, se cercate del Death/Thrash frenetico e tecnico il giusto correte immediatamente ad ascoltare questo disco. È proprio vero che le perle migliori si trovano scavando nell’underground, c’è poco da fare…
Potete acquistarlo dal Bandcamp della Pulverised Records

I Hate My Village — Nevermind the Tempo

Genere: Math Rock

Non si sa chi ha fatto la copertina

Questa è un’uscita che mi incuriosisce, visto che vedrò gli I Hate My Village all’Ellenic Festival qui ad Agrigento…ricordando che bisogna sempre andarci con le molle con i supergruppi. In ogni caso, questo a memoria credo sia il primo supergruppo completamente italiano, vista la presenza di Fabio Rondanini (Afterhours e Calibro 35), Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Marco Fasolo (Jennifer Gentle) e Alberto Ferrari (Verdena) che si uniscono in un progetto devo dire molto interessante e che già dall’iniziale Artiminime mi ricorda molto il Math Rock dei Battles, un genere musicale che credo di non aver mai sentito nel panorama musicale italiano…correggetemi se sbaglio: anzi, se conoscete gruppi Math italiani ditemi pure. In ogni caso, davvero niente male Nevermind the Tempo, un disco molto fresco visto che trovo veramente stantio il panorama “indie” italiano.
Potete comprarlo dal loro Bandcamp

Iglooghost — Tidal Memory Exo

Genere: Electronic

Credo che la copertina sia una sua foto

Ai tempi avevo scoperto Iglooghost grazie ad un amico e soprattutto grazie al demenzialissimo video promo di Neō Wax Bloom, na roba pazzissima che trovate col titolo di “How to make an Iglooghost song”. Mi sono perso un po’ delle robe successiva a Lei Line Eon, che non mi aveva fatto impazzire…ma comunque, nella mail mi ritrovo l’alert di Bandcamp con “è uscito Tidal Memory Exo, il mio nuovo album che ho registrato in uno squat fituso e allagato nelle campagne inglesi” e mi sono detto “wow, premessa interessante”. Metto play e…manco sembra lui, ed è una cosa positiva: mi ricorda un po’ il primissimo Blank Banshee, però più virato alla drum’n’bass e ai rumorini pazzi tipo elettronica pazza di metà anni ’90 (che poi è l’elettronica che più amo). Un bel cambio d’identità per Iglooghost, e ci voleva. Niente male!
Potete comprarlo dal suo Bandcamp

Moisson Livide — Sent Empèri Gascon (🐐)

Genere: Black/Folk/Heavy Metal

Copertina a cura di Borie de la combe noire

Sono una persona che si accontenta di poche cose, e una di queste è “dischi Black Metal sulla Francia medioevale”, che poi sono gran parte delle release della Antiq Records. Sent Empèri Gascon è il debutto dei Moisson Livide, side project di Darkagnan dei Boisson Divine. La cosa particolare di questo disco è che è cantato in dialetto guascone, una zona del sud-ovest francese che a quanto pare ha molte similitudini col catalano. Musicalmente questo disco è l’ennesimo centro della Antiq, e lo si sente già dall’iniziale La Sèrp d’Isavit: riffoni epici e melodici mischiati a momenti più genuinamente folk, con Darkagnan alle prese con bouzouki, cornamuse guasconi, oboe, sassofono…insomma chi più ne ha più ne metta. Sarà pure un side project quello dei Moisson Livide, ma avercene di progetti secondari di questa qualità!
Potete acquistarlo dal Bandcamp della Antiq Records

Pallbearer — Mind Burns Alive

Genere: Doom Metal

Non si sa chi ha fatto la copertina

Quinto disco per gli americani Pallbearer, saliti alla ribalta con quei due gioiellini di Sorrow and Extinction e Foundations of Burden. Ricordo che ai tempi non apprezzai Heartless quanto avrei dovuto (cosa condivisa da molti) ma “quello con Nesta in copertina” lo ricordo ok; quindi arrivo all’ascolto di Mind Burns Alive con una discreta voglia di sentire cos’hanno cucinato quei quattro demoni dell’Arkansas. Devo dire che ho apprezzato molto le linee melodiche dell’album, oltre alle influenze Slowcore alla Red House Painters, tipo l’inizio di Signals, e alcune aggiunte come il sassofono in Endless Place…ma soprattutto Mind Burns Alive è retto dalle linee vocali di Brett Campbell, davvero sugli scudi come non lo sentivo da tanto tempo. Un bel disco, che se deve essere un nuovo inizio per i Pallbearer, ben venga!
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp

Stormcrow — Path to Ascension

Genere: Black Metal

Copertina a cura di Arianna “Trollenskog” Carbone

Terzo disco per i milanesi Stormcrow, dediti a quella frangia di Black Metal legata più alla natura e alla misantropia che alle solite robe anti-cristiane…cosa che preferisco, alla fine. Path to Ascension devo dire che è un disco interessante, a livello musicale mi ha ricordato molto i Watain, anche se con una produzione più incentrata sui bassi e meno “secca”, e con una scelta melodica più sul malinconico andante, soprattutto in pezzi come la splendida Petit Dru. Un disco che magari non è di primissimo piano, ma comunque lo inserisco tra le uscite interessanti di questo mese.
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp

Svrm — Прощання (Farewell)

Genere: Atmospheric Black Metal

Il quadro della copertina è “Landscap with Death” di Edmund Sieczkiewicz

Nono (!!!) EP per il progetto Svrm dell’ucraino V., autore di un Atmospheric Black molto debitore a quello dei connazionali Drudkh, quindi aspettatevi del Black Metal a velocità cadenzata ma dal sapore epico e drammatico. A quanto leggo da Bandcamp, in questo EP, che tradotto sarebbe “addio”, si analizza il lavoro di due poeti ucraini quali Todos Osmachka e Yakiiv Savchenko, il primo costretto all’esilio e il secondo ucciso dalle purghe staliniste del 1937; autori riscoperti dopo la caduta dell’Unione Sovietica e diventati cardine del nazionalismo ucraino. Musicalmente è un EP che richiama alla mente, appunto, i Drudkh più malinconici di Blood in our Wells, ma pure altri esponenti recenti di questo tipo di Black Metal, Afsky su tutti. Un buon lavoro per gli appassionati del genere.
Potete acquistarlo dal suo Bandcamp

Thou — Umbilical (🐐)

Genere: Sludge/Drone/Doom Metal

Non ho idea di chi abbia fatto la copertina (ma adoro questo stile)

I Thou sono tra i gruppi più chiacchierati nell’ultimi anni, sia per le loro release “principali” che, soprattutto, per le tantissime collaborazioni trasversali con vari artisti come The Body o Emma Ruth Rundle. Umbilical è il loro sesto disco e sono curioso di sentire cos’hanno cucinato questi nuovi virgulti dello Sludge della Louisiana. Pronti via si parte con un RIFFONE PESANTONE che ti fa reagire come il bambino del meme “when you hear a riff so nasty, you make this face”, faccia che assumerete per tutta la durata del disco, rischiando una paresi: pochi cazzi, se avete voglia di RIFFONI CICCIONI PESANTONI che pesano più di 50 Adinolfi messi insieme, questo è il disco per voi. L’unica controindicazione è appunto il rischio della paresi facciale e del fastidio alla cervicale per l’altissimo contenuto di RIFFONI CICCIONI PESANTONI.
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp

Tlön — Through Nebulous Scars

Genere: Avant-garde Black Metal

Non ho idea di chi abbia fatto la copertina

Primo EP per gli scozzesi Tlön, ispiratisi alle opere di Jorge Luis Borges e qui autori di un Avant-Garde Black Metal molto vicino al sound storto e (non così tanto) sbilenco dei Thantifaxath, e da quel tipo di riffing dissonante che mi fa sempre impazzire. E devo ringraziare per l’ennesima volta gli amici di Aristocrazia Webzine per avermeli fatti scoprire, perché sicuramente sarebbe stato un nome che non avrei colto nel mio radar. Sono solo tre pezzi, ma tutti di ottima fattura, dove tra tutti svetta la seconda Where Sanity Crumbles, che a tratti mi ha ricordato pure gli olandesi Grey Aura. Se questo è l’inizio del loro progetto, non vedo l’ora di ascoltare altro!
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp

Ufomammut — Hidden

Genere: Psychedelic Sludge/Stoner/Doom Metal

(splendida) copertina a cura del collettivo Malleus

A proposito di gruppi che non ascolto da una vita, i torinesi Ufomammut. Addirittura da Eve (2010), mi sa…anche se ho vaghi ricordi di Oro: Opus Primum…ma comunque questo è il terzo disco con Levre alla batteria, dopo l’abbandono di Vita nel 2020, e mi approccio al disco con una discreta curiosità. Fra l’altro trovo interessante e sacrosanta la scelta di accompagnare un video ad ogni pezzo, visto che i tre membri fanno parte del collettivo Malleus, autori anche della splendida copertina di Hidden. A livello musicale c’è poco da dire: gli Ufomammut sono dei fuoriclasse quando si parla di RIFFONI CICCIONI DROGONI, e la voce di Urlo è sempre pazzesca nel trasmettere alla perfezione le sensazioni dei vari pezzi del trio. Menzione d’onore per l’iniziale Crookhead, che personalmente mi ha fatto dire “minchia, ma perché non li ascolto più spesso”?
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp

Uncle Acid & The Deadbeats — Nell’Ora Blu (🐐)

Genere: Psychedelic Rock/Doom Metal

Copertina a cura di Renato Casaro

Gli Uncle Acid & The Deadbeats sono uno dei miei gruppi preferiti del genere usciti negli ultimi anni, Satana solo sa quante volte ho ascoltato Blood Lust e Mind Control. E a questo giro hanno voluto fare una roba veramente grossa: un thriller all’italiana coinvolgendo anche attori importanti del genere come Franco Nero ed Edwige Fenech. In questi casi le cose sono due: o esce una figata, oppure è il classico progetto troppo ambizioso che si rivela un buco nell’acqua. Nell’Ora Blu…è una figata, però con delle premesse da fare. Mi spiego meglio: questo disco secondo me è più vicino a una sonorizzazione, i momenti “puramente musicali” sono pochi (Giustizia di Strada — Lavora Fino Alla Morte, o Solo la Morte ti Ammanetta, quest’ultimo pezzone) e questa è un’opera che avrei visto benissimo raccontata come fecero i Vreid con l’ottimo Wild North West, quindi con il video ad accompagnare la musica. Invece, lo Zio Acido ha deciso solamente di fare un’opera audio, che è una scelta coraggiosissima e alla fine, dopo degli iniziali tentennamenti, posso dire che è riuscita alla grande. Ripeto, è un’idea che aveva altissime probabilità di fallire, e invece Kevin Starr è un fottuto genio.

E questi erano gli ascolti del mese di maggio. Se volete un’anteprima per giugno, sappiate che usciranno i nuovi Alcest, Crypt Sermon (potenziale album dell’anno), Fractal Generator, Hail Spirit Noir, Inconcessus Lux Lucis, Prehistoric War Cult e µ-Ziq. Ci si vede tra queste pagine fra un mesetto…mi raccomando, state al fresco che il sole e il caldo fanno male.

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Gabriele “Gabratta” Sciarratta
Gabriele “Gabratta” Sciarratta

Written by Gabriele “Gabratta” Sciarratta

Classe 1988. Scrivo su Gabratta's Burning Hammer per quanto riguarda il wrestling e su FMGabratta per le mie partite su Football Manager.

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