Il riassunto del 2024 caprone, o del come iniziare questa newsletter
Amiche e amici capretti, benvenuti a questa nuova newsletter…che poi concettualmente è una roba vecchia, visto che vuole riprendere quello che facevo ai tempi su Substack, però in modo molto più semplice. Immaginate il tutto come una serata tra amici, una chitarra e uno spinello (cit.) dove vi dico “oh ma sai che sto mese è uscito sto disco che è na trumma, compà lo devi ascoltare proprio se no Jesu piange”. E ogni tanto vi narro pure di qualcos altro sempre a tema musica: tipo di quando sono andato all’Ellenic Festival a due passi dalla Valle dei Templi, che ogni tanto qualcosa di bello in quel cesso di città dove sono nato succede, e dove il bis con Mogwai Fear Satan mi ha fatto godere tipo la punizione di Stulac al 96mo contro lo Spezia.
Preamboli a parte, vi ho spiegato perché esiste questa newsletter…ora è il momento di un bel riassuntone di questi primi sette mesi del 2024.
Partiamo con gennaio e con un disco che è praticamente uscito a cavallo tra l’anno precedente e quello attuale, ovvero l’ultimo Abigor. Bellissimo, e tra i migliori lavori Black usciti finora. Ma gennaio è anche il mese di due sorprese, di cui una che non conoscevo, e di un grande ritorno…partiamo dalle prime due, ovvero Iron Firmament e Knoll: il primo è uno dei dischi Raw Black più fighi che abbia sentito negli ultimi anni, mentre il secondo è…avete presente la scena dei Griffin dell’arca di Noè dove un elefante e un pinguino scopano e nasce un pinguino con la testa di un elefante? Ecco, As Spoken dei Knoll è letteralmente una scopata tra i Portal e i Full of Hell. E se la cosa non vi eccita, problemi vostri.
Il ritorno invece è quello dei Vemod, tornati dopo ben 12 anni da Venter På Stormene, e lo fanno pure con un gran disco di Black Metal “malinconico”, con in più Kvitrim dei Djevel alla voce…insomma, strabello.
Passiamo a febbraio, il mese dove compio gli anni: ancora “poca” roba bella, ma di ottima qualità: tipo De Republica dei Griffon, un gran disco di Black Metal melodico con tematiche sulla rivoluzione francese, roba che sarebbe stato più giusto vedere loro al posto dei Gojira (che non mi piacciono per nulla) nella cerimonia di apertura delle olimpiadi di Parigi, ma non facciamo gli snob del cazzo. È stato comunque un bel momento per il metallo. Merita anche il disco di Offret, un bel gioiellino Post-Black alla Amenra e Wiegedood che è ancora una delle sorprese dell’anno. Non è una sorpresa, ma una grandissima conferma il primo vero disco dei Ponte del Diavolo, uno dei migliori progetti italiani degli ultimi anni (insieme ai Messa) grazie alla sua particolare unione di Doom, Black e Post-Punk e alla splendida voce di Erba del Diavolo: disco che veramente se non l’hai ancora ascoltato, cazzo CORRI! E fra l’altro, sono contentissimo che li abbiano chiamati al prossimo Inferno Festival a Oslo.
Chiudo la rassegna di questo mese con uno dei potenziali dischi dell’anno, ovvero Sparagmos (che continerò a leggere SPARAGNAMOS) degli Spectral Voice, discone one one di Death/Doom cavernoso lento e oscuro, e con quel pazzo nel culo di Jimmy Hamzey, ovvero Theophonos, che ha fatto un discone di Black Metal schizzomalato dissonante e hardcoroso come ci aveva abituanto già ai tempi di Serpent Column.
Marzo è il mese più “ciccione” ora come ora, quello con più uscite fighe in assoluto, quindi vado bello spedito che se no vi rompete i coglioni a leggere.
A me il Brutal Death annoia dopo circa una cinquina di minuti, e con l’ultimo Brodequin non è successo proprio. Anzi, è uno dei dischi più divertenti di quest’anno! Martella come il martello automatico di Homer Simpson, ci feci pure un videino su sta cazzata che mi faceva ridere…comunque, passando di palo in frasca, METAL NOIR QUÉBECOIS = FIGATA e quindi correte immediatamente ad ascoltare il disco dei Cantique Lépreux, così vi passa l’astinenza che avete da quando avete ascoltato per la prima volta Thèmes Pour La Rébellion dei Forteresse (ma a proposito, Moribond dacci un segno di vita!). E risaltando da palo in frasca, per quanto siano fissati con la santa inquisizione devo dire che il nuovo Ecclesia è davvero una bomba di disco: immaginate i Ghost ma ipercristiani e a caccia di streghe. Tematiche lontanissime dalle mie preferenze, ma il disco è figone, soprattutto se volete qualcosa molto vicina ai Black Sabbath dell’era Tony Martin. Di tutt’altra pasta, invece, è il disco degli italianissimi Funeral Oration. Roba da top 5 totale di quest’anno, disco di una bellezza stratosferica a livello di Black Metal…mi piange il cuore solamente a vederlo poco “celebrato” online, ma magari sbaglio. Invece, restando sempre in Italia, ma parlando di una frangia diversa del Black Metal, merita non poco l’ultimo Gardenija, che consiglio a chi ha voglia di Black dissonante e pazzo tipo Plebaian Grandstand o Mastery. Poi vabè, il secondo EP degli Iron Firmament che avevamo visto prima spacca un po’ meno del full, ma è figo lo stesso…e The Collective di Kim Gordon, che è stato disco dell’anno per un bel po’ di mesi per quel che mi riguarda. Sarà che i Sonic Youth sono il mio gruppo rock preferito di sempre, ma oh averceli 70 anni e fare un discone modernissimo del genere dove la fu bassista/voce dei SY si butta a fare rap (sì, avete capito bene) noiseggiante tipo Death Grips. Kim Gordon grazie di esistere. Lunar Spells chiude il recappone marzolino con un Black Metal di quello oscuro freddissimo che ti fa dire “che schifo l’estate”, cosa sempre giustissima.
Aprile dolce dormire, e infatti è uscito poco di interessante, ma quel poco è roba che merita: intanto i pagnittuna War Metal dell’ultimo Antichrist Siege Machine, che picchia talmente forte da farti venire voglia di fare il remake della breccia di Porta Pia a mani nude. Di tutt’altra pasta invece il terzo disco dei conterranei Haunted, direttamente da Catania, che hanno tirato fuori il loro miglior disco e anche una delle migliori release Doom di quest’anno. Invece se avete voglia di Black/Folk fatto veramente ma veramente bene, prendete un biglietto per la Finlandia e andate a trovare il signor Korpituli per dirgli grazie, che POH-JO-LAAAAAA è un discone. Chiudo con la conferma di un gruppo che amo come i My Dying Bride, visto che A Mortal Binding è davvero ottimo, a conferma di quanto Aaron Stainthorpe e soci non abbiano sbagliato praticamente nulla da A Map of Our Failures.
Maggio è il mese delle sorprese, visto che aspettavo solo un disco grosso e il resto delle robe belle sono tutte robe che non conoscevo prima…tipo gli Adversarial che hanno cacciato un gioiellino di Black/Death storto alla Mitochondrion che proprio dovete ascoltarlo ma tipo ora. Invece per soddisfare la voglia di Death/Thrash tecnico e sparato in faccia bisogna buttarsi immediatamente sul nuovo Hemotoxin che è una megafigata totale di disco: tipo i Vektor ma senza la gente che picchia la moglie. Cambiando genere, per quelle voglie in cui ti sale il Barbero di turno, straconsiglio il nuovo Moisson Livide, che sarà un side project di Darkagnan dei Boisson Divine, ma cazzo che gran bel disco! Di quelli che ti fa venire voglia di SPRANGA! Invece per le mazzate più nerissime e lentissime, citofonate a casa Thou, visto che Umbilical è la quintessenza del “when you hear a riff so nasty, you make this face”: uno di quei dischi che ti fa dire “ma quant’è bello il DOOM”? E a proposito di “ma quant’è bello il DOOM”, l’ultimo Uncle Acid and the Deadbeats, che inizialmente non avevo capito, ma poi ho detto “ok, Kevin Starrs è un cazzo di genio ad aver fatto la colonna sonora di un ipotetico poliziottesco all’italiana, con tanto di Franco Nero e sua sticchiosità Edwige Fenech a recitare le parti parlate”. Uno dei dischi dell’anno e chi dice il contrario ha la mamma pulla.
Siamo quasi alla fine del viaggio, mancano gli ultimi due mesi, e giugno è il mese perfetto per il nuovo Alcest, che per me è poco sotto Ecailles De Lune, e non è poco. E a proposito di disconi, è arrivato il momento di droppare quello che al momento è il mio disco dell’anno: The Stygian Rose dei Crypt Sermon, un D I S C O N E non di Doom, ma di puro METALLO! Assolutamente da ascoltare, potete pure buttare tutta la lista di prima, ma almeno questo dovete sentirlo! Un altro disco che mi ha fatto strapiacere ascoltare è il nuovo Hail Spirit Noir, finalmente tornati in buoni percorsi dopo le divagazioni synthwave di Mannequins e dopo Eden in Reverse che non mi aveva colpito…invece Fossil Gardens ha restituito i nostri amici greci in buonissima forma. Chiudo giugno con un disco che sicuramente sarà in molte top 10 annuali in giro per il web, ovvero il nuovo Ulcerate: sicuramente è il disco col titolo più basato dell’anno, ma a livello musicale Cutting the Throat of God fa sbunrare i bandalogna.
Ah già, dimenticavo Gotico Romanzo di Pufuleti: dimostrazione che si può fare dell’ottimo rap senza essere uguale a tutti gli altri.
Siamo alla fine di questa newsletter, il che significa recappone di luglio. Il nuovo Akhlys era uno dei dischi più attesi dell’anno e la compagine statunitense non ha minimamente deluso le aspettative e ci ha donato uno dei dischi Black più “terrificanti” di quest’anno. Ma restiamo negli Stati Uniti con l’ultimo Circle of Sighs, che vince il premio come disco più mattoinculo (finora) dell’anno, visto che Ursus è un’orgia tra Dillinger Escape Plan, Anaal Nathrakh e Sun Ra Arkestra: questo lo dovete sentire se vi piace la musica mattainculo. Invece se non siete andati oltre la quinta elementare, buttatevi sul demo dei Clactonian che ne vale la pena. E sempre per robe che vi fanno perdere 10 punti di QI, Toba dei Mayhemic è la conferma di quanto i cileni siano i più pazzinculo del metallo: grezzo come il partecipante medio ai “reality” di Maria De Filippi, divertentissimo come Vampire Survivors. Ma torniamo seri che c’è da celebrare quello che con molta probabilità è il ritorno dell’anno, ovvero quello degli Scald, che hanno tirato fuori un CAPOLAVOROOOOOOOOH (cit. Richard Benson) come Ancient Doom Metal, una roba che se vi piace l’Epic Doom proprio che ci fate ancora qui? In caso contrario se c’avete voglia di robe complicate, buttatevi sull’ultimo Scarcity che è roba strana con chitarra microtonale burdellu.
E niente, questo è quanto. Grazie se avete letto fino a qui, vi assicuro che le altre newsletter mensili non saranno così pesanti…o meglio, la musica che vi suggerirò sarà pesante, ma scriverò molto di meno, fidatevi. Al solito, mi beccate sul canale Telegram. Ci si vede fra un mese, belli!
P.S.: Ah dimenticavo, controllate bene la vostra casella email perché può essere che questa newsletter potrebbe finirvi direttamente nella casella spam. In tal caso contrassegnatela come non spam, così da non perdervi nessuna mia prossima pubblicazione…e così non fate piangere Jesu.