Un disco talmente bello che non si trova da nessuna parte
Non lo riascoltavo da anni…da quell’ormai lontano 2009 quando, in preda alla noia di un corso regionale che non mi avrebbe portato nessun beneficio lavorativo, mi ero messo a scartabellare il sempre utilissimo Metal Archives in cerca di dischi.
Quel giorno avevo voglia di Industrial Black Metal, d’altronde ero fissatissimo con quel capolavoro di 666 International dei Dødheimsgard…e quindi via a scavare nel genere, alla ricerca di gruppi che non conoscevo: dapprima trovo i Blacklodge, francesi, all’epoca avevano pubblicato solo Login:Satan e Solarkult; dischi graziosi, ma voglio di più. Cerco ancora e trovo tali Control Human Delete, olandesi, autori all’epoca di un unico disco, che è ciò di cui voglio parlare oggi. Sì, perché Terminal World Perspective è un cazzo di capolavoro e dovete ascoltarlo tutti.
Ma facciamo un piccolo passo indietro: prima di questo disco, i nostri pubblicano un EP chiamato Error Spectre, che non so come, riuscii ad ascoltare per vie traverse. EP interessante, ma il mastermind Spectre (al secolo Ton Oortgiesen) non è soddisfatto del batterista “in carne e ossa”, tale Thijs Wisselink. Decide che nel prossimo lavoro del progetto userà una drum machine per un suono più asettico e “macchinoso” possibile. La scelta di Spectre si rivelerà azzeccatissima già dalle prime note della devastante Protocol of Systematic Belief, che travolge l’ascoltatore con una doppia cassa velocissima che non lascia sopravvissuti. E c’è assolutamente da parlare delle chitarre di Eon, la cosa più vicina degli ultimi 20 anni ad un ipotetico secondo disco di Thorns…cosa che i blackster più “evoluti” e sperimentali aspettano da una ventina di anni, appunto.
I testi del disco, a cura del cantante Void (ovvero Rien Oortgiesen, non so se legato a qualche parentela con Ton) si sposano alla perfezione con la proposta musicale dei nostri, essendo incentrati sull’idea di Dio in quanto entità astratta e usata dall’umanità per scatenare guerre a discapito di arti scientifiche come matematica e cosmologia. Domande filosofiche che possiamo trovare, per esempio, in lavori come Fas — Ite Maledicti, In Ignem Aeternum dei Deathspell Omega, che condivide con Terminal World Perspective l’anno di uscita, il 2007. Solo che, al contrario del gruppo franco/finnico, il lavoro dei Control Human Delete poggia le basi più sul lavoro di vari filosofi come Immanuil Velikovskij o scienzati come Stephen Hawking: decisamente più a tema, visto il sound elettronico e artificiale dell’Industrial Black Metal.
Ma disquisizioni a parte sulla natura divina delle cose, è la musica il punto forte di Terminal World Perspective, un disco che si muove tra due anime; la furia iconoclasta e tecnologica, come si sente nelle splendide Protocol of Systematic Belief, The Creation Equivalence Principle, Global Storm Element e il capolavoro Spectrum of Divine Nature su tutte, e intermezzi dark ambient (l’intro Eclipse, la lunga Transpherium e la finale Absolution) che ricordano il sound degli svizzeri Darkspace e che anticipano di un ventennio buono le divagazioni spaziali dei Dødheimsgard del recente gioiello Black Medium Current.
“Ma quindi se questo disco è così bello, perché non ho mai sentito nominare questo gruppo?” Probabilmente è perché non si sa che fine abbiano fatto. Metal Archives non sa che fine abbiano fatto, e i nostri amici di Enschede non pubblicano nulla dal 2013, anno del non proprio riuscitissimo The Prime Mover, loro secondo e ahinoi ultimo disco, che non riuscii a replicare le grandissime idee del disco precedente: lo trovo un normale disco di Cosmic Black Metal, ma che non regge per niente il confronto con roba come Isolate dei Mesarthim o quell’altro gioiello che è U.M.A. degli italianissimi Progenie Terrestre Pura, gruppo che forse più si avvicina al concetto lirico-musicale dei nostri amici olandesi.
La particolarità vera, e per quel che mi riguarda assurda, è che se andate nelle varie pagine Bandcamp o Spotify del gruppo, trovate solo The Prime Mover e il singolo Cosmography. Di Terminal World Perspective non vi è assoluta traccia. L’unico modo che avete per ascoltare questo disco è acquistarlo su Discogs o ringraziare tal Oberlerer su Youtube che lo ha caricato tutto in un unico video.
Questo disco è uscito ai tempi per Code 666, sottolabel della Aural Music, e credo che non abbia venduto quanto meriterebbe, perché ripeto, è un cazzo di capolavoro dell’Industrial Black. Con questo pezzo spero di fargli onore e di farvi venire un po’ di curiosità nell’ascoltarlo, e la mia unica speranza è quella che le mie parole arrivino a qualcuno di Code 666 o Aural, per un’eventuale ristampa e un’eventuale seconda vita che i Control Human Delete meriterebbero.